La chiesa del Rosario
La chiesa, situata sulla via per Piacenza oltre il ponte sul fiume Serio, fu costruita tra il 1611 e il 1615 probabilmente nella stessa area in cui sorgeva precedentemente un altro oratorio ormai demolito verso la fine del 1500, dedicato a Santo Stefano. L’oratorio della Madonna del Rosario è il monumento più importante tra le chiese secondarie per la presenza del magnifico ciclo di affreschi con cui G.G. Barbelli, nel 1641, decorò le volte del presbiterio con i Quindici Misteri del Rosario.
Dal 1619 fino al 1643 il tempio, dedicato alla Beata Vergine Maria, era sede della Confraternita di san Rocco; solo dopo l’insediamento della Confraternita del Rosario prese l’attuale nome.
Le origini di questa confraternita sono da attribuire ad un gruppo di persone pie che cominciarono ad organizzarsi senza uno statuto preciso e che venivano in questo tempio a recitare il rosario; aumentato poi il loro numero, si formò a poco a poco una società che assunse la cura dell’oratorio e venne ufficialmente costituita il 12 aprile del 1672 come confraternita del Rosario.
È da escludere che la confraternita del Rosario sia stata istituita nell’anno 1616: questa data fu inventata dai suoi membri per ostacolare il ritorno nell’oratorio della Beata Vergine da parte dei confratelli di san Rocco, i quali non potevano riunirsi nella loro chiesa soprattutto durante la stagione invernale a causa dell’umidità proveniente dal vicino fosso della Comuna.
In questo oratorio, oltre alla celebrazione della messa nei giorni festivi, si tenevano per i maschi gli incontri della dottrina cristiana, che di norma avevano luogo nella chiesa parrocchiale; il permesso fu accordato quasi certamente per ovviare alle difficoltà legate alle piene del fiume Serio, che impedivano il transito sul ponte.
L'oratorio dedicato ai Santi eremiti Antonio e Paolo (presso Cascina Giardino)
Alla fine del secolo XVII i conti Zurla fecero edificare un oratorio dedicato a Santa Rosa nei pressi della cascina Giardino per soddisfare le esigenze religiose degli abitanti del luogo.
Venendo meno nel tempo la cura verso questo oratorio, anche perché le condizioni economiche della nobile famiglia si erano aggravate già alla metà del secolo precedente, nell’anno 1873 vennero inoltrate in Curia la richiesta di demolizione del suddetto oratorio e l’autorizzazione a costruirne uno nuovo. Dopo due anni fu portato a termine il nuovo oratorio, che fu dedicato ai santi eremiti Antonio e Paolo e benedetto il 26 febbraio del 1875.
L’edificio sacro è di proprietà privata.
Oratorio di San Giovanni Battista (presso località Boccaserio)
Nella Visita Apostolica di mons. Regazzoni nell’anno 1583 non si elenca nessun altro oratorio presente a Montodine all’infuori di quello dedicato a San Zeno. Soltanto nelle visite successive del vescovo mons. Gian Giacomo Diedo si accenna all’oratorio di Boccaserio dedicato a San Giovanni Battista; si può allora ipotizzare che questo tempio fu costruito alla fine del XVI secolo o all’inizio del secolo XVII. L’oratorio venne gestito per molti anni dalla nobile famiglia dei conti Zurla, - che aveva anche finanziato la costruzione - nonostante che i rettori della parrocchia di Montodine rivendicassero il controllo. In questo oratorio si tenevano per gli abitanti del luogo gli incontri della dottrina cristiana, poiché la lontananza e lo stato delle strade nella stagione invernale impedivano un facile accesso alla chiesa parrocchiale. L’edificio sacro è di proprietà privata.